Inseguendo un sogno – Africa Eco Race sulla rotta della leggendaria Parigi-Dakar

Alex @ AER
Il racconto di Alex Di Muzio
Uno dei Rally più duri al mondo, sulla rotta della vecchia Parigi-Dakar
sognando quei paesaggi e quell’atmosfera che da piccolo guardavo in televisione e sulle riviste specializzate, così inizia a prendere forma un sogno, si parte per l’Africa Eco Race 2022.
Temperature estreme, scenari desertici, nuove culture, questi sono alcuni degli ingredienti che hanno caratterizzato questa incredibile esperienza, vista con i miei occhi, quelli di un viaggiatore semplice, desideroso di far parte di quel famoso bivacco che ogni sera si sposta in diversi luoghi del continente africano, mettendo a dura prova uomini, mezzi ed attrezzatura.
Già arrivare al palco di partenza a Montecarlo dopo mesi di preparativi è un’emozione, anche se la gara poi si svolgerà totalmente in territorio Africano.I partecipanti a questa edizione arrivano da tutto il mondo, per lo più europei, ma una squadra che gareggiava sia nei side by side che nelle moto era arrivata direttamente dal Giappone.Notevole anche la presenza di piloti italiani, sopratutto nella categoria Moto, tra cui spiccano i nomi degli amici Maurizio Gerini, con numerose presenze alla Dakar e con ottimi piazzamenti e Francesca Gasperi, per la prima volta ad un Rally in terra africana.
Il mio compito è quello di seguire l’intera gara con la mia moto, documentando e raccontando il dietro alle quinte
con una Triumph Tiger 1200 Rally Explorer da 30L di serbatoio, che mi saranno molto utili sopratutto in Mauritania dove per oltre 400 km non troveremo benzinai.
Neanche il tempo di sbarcare dalla nave a Nador, in Marocco, che la partenza per la prima prova speciale è già li ad attenderci, con circa 30 gradi, capiamo subito che il caldo caratterizzerà questa edizione 2022, come se ce ne fosse ancora bisogno, un’ottimo modo per testare il nostro abbigliamento SIXS.

Stare al bivacco, circondato piloti e mezzi a 2 e 4 ruote, ti permette di vivere la gara al 100%, vedere le differenze tra i team ufficiali, dove i piloti finita la speciale possono riposarsi per il giorno seguente e vedere i piloti della categoria MalleMoto (Extreme Rider By Motul), che con solo due casse trasportate dall’organizzazione devono essere completamente autonomi, sia per dormire, con tenda e sacco a pelo, ma anche per quanto riguarda la manutenzione e la sistemazione della moto dopo ogni tappa, in questa categoria infatti i partecipanti non hanno meccanici ad aiutarli.

È capitato spesso di vedere piloti arrivare di notte e doversi mettere a riparare la propria moto.

I primi 5 giorni in Marocco sono all’insegna di piste sassose al di fuori dell’Erg Chebbi e dell’Erg Chigaga, gruppi di grandi dune di sabbia Sahariana, che iniziano a scaldare i concorrenti in vista delle tappe più dure, quelle nel deserto della Mauritania.Un ricordo va ad Armindo Carreiras Neves, che ci ha lasciato a seguito di un incidente in moto durante lo stage2.
Foto del deserto

Dopo un trasferimento di 920 km in un giorno, arrivo anche io a Dakhla, in Western Sahara (o Marocco) che dir si voglia.

Qui la carovana si fermerà per un giorno, l’unico della gara in cui non si correrà e tutti i partecipanti ed i team potranno concentrarsi sulla manutenzione di moto, macchine e camion.

L’impatto con la povertà ci aspetta direttamente alla frontiera e dopo qualche decina di km si vedono piccolissimi villaggi fatti di baracche e lamiere completamente in mezzo al nulla, solo sabbia e una lingua di asfalto mal messo che passa vicino.

Anche il caldo non sarà da meno per tutte le 5 tappe Mauritane, temperature che oscillano dai 43 ai 50 gradi rendono gara e trasferimenti, ma anche la vita al bivacco particolarmente duri.

Proprio qui si “gioca” la vera gara, molti piloti abbandonano la gara, molte moto iniziano ad avere noie meccaniche

ed inevitabilmente avviene una grossa scrematura, come dicevano i più esperti… il Marocco è il riscaldamento, la Mauritania è dove si fa sul serio.

 

Varchiamo il confine ed entriamo in Senegal, dopo 80 km di strada malmessa ed immersa nel nulla e come se non bastasse la temperatura elevata, l’umidità la farà da padrona fino a Dakar, dove si svolgerà l’ultima prova speciale, la famosa sfilata sul Lac Rose.

Teatro delle vecchie Parigi-Dakar il Lac Rose è considerato da tutti gli avventurieri uno dei luoghi più iconici del mondo, nonostante di rosa abbia ben poco.

Per quanto riguarda l’ordine d’arrivo, Stefan Svitko precede il nostro Maurizio Gerini che conclude in seconda posizione, a completare il podio, il francese Xavier Flick, primo della classifica Extreme Rider by Motul. Francesca Gasperi è la prima donna in moto ad arrivare a Dakar e anche la seconda italiana a tagliare il traguardo.

Io invece arrivo a Dakar dopo 6000 km, con una nuova ed entusiasmante nuova avventura da raccontare.

Per tutta la gara io, ed i piloti, Maurizio Gerini, Francesca Gasperi e Salvatore di Benedetto abbiamo utilizzato i prodotti SIXS, sia nelle più fresche notti in tenda Marocchine, mentre per il resto del viaggio dove le temperature erano elevate, i capi tecnici, con funzione traspirante e termoregolante ci hanno permesso di soffrire meno il caldo, anche sotto sforzo.

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